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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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De Natura Deorum III,48
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originale
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[48] Quid deinde, Ino dea ducetur et Leukothea a Graecis, a nobis Matuta dicetur, cum sit Cadmi filia, Circe autem er Pasiphae et Aeeta e Perseide Oceani filia natae patre Sole in deorum numero non habebuntur? Quamquam Circen quoque coloni nostri Cercienses religiose colunt. Ergo hanc deam ducis: quid Medeae respondebis, quae duobus dis avis, Sole et Oceano, Aeeta patre, matre Idyia procreata est, quid huius Absyrto fratri -- qui est apud Pacuvium Aegialeus, sed illud nomen veterum litteris usitatius --? Qui si di non sunt, vereor, quid agat Ino; haec enim omnia ex eodem fonte fluxerunt.
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traduzione
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48. E come si spiega quest'altro controsenso? Ino, bench? figlia di Cadmo, sar? considerata una divinit?
prendendo il nome di Leucotea in Grecia e di Matuta da noi, e non si annovereranno invece fra gli d?i n? Circe, n?
Pasifae n? Ecta bench? nati da Perseide, figlia dell'Oceano, e dal Sole? Anche a Circe, ? vero, i nostri coloni Circeiensi
tributano un culto religioso: dovremo per questo, allora, considerarla come una dea?, Che cosa potrai rispondere a
Medea che vanta come nonni due divinit?, il Sole e l'Oceano e che ebbe Ecta come padre e Idia come madre? Che cosa
potrai rispondere al di lei fratello Apsitto (Pacuvio lo chiama Egialeo, ma l'altro nome ? il pi? usato dagli antichi
scrittori. Se questi non sono d?i, non so proprio cosa ci stia a fare Ino: l'origine ? la stessa.
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